Al gran ballo della delegazione Pontevedrina a Parigi, l’attesa di tutti è per la ricca Hanna Glawari, rimasta vedova da poco. Il matrimonio con un connazionale sarebbe la salvezza per il piccolo stato in bancarotta di Pontevedro. Inizia un gioco segreto di fedeltà e infedeltà. Mentre la padrona di casa Valencienne vuole fare da Cupido tra il suo spasimante Camille e la ricca vedova, il barone Zeta, suo marito, punta sul bon vivant Danilo Danilowitsch. Ma quando Danilo riconosce nella scaltra Hanna la donna che amava prima lei si maritasse (ma che lui non poté sposare per motivi di rango), si tira indietro. Alla fine della serata ci sono vincitori finanziari e perdenti emotivi, e una coppia non convenzionale che supera i confini.
Il debutto de “La vedova allegra”, che avvenne nel 1905, è considerato la nascita dell’operetta danzata moderna e sancì la fama mondiale di Franz Lehár. Sono famosi i suoi brillanti intermezzi musicali, come “Da geh’ ich zu Maxim”, “Lippen schweigen” o il Vilja-Lied. Sul parquet diplomatico gli interessi erotici e politici vengono contesi a ritmo di valzer, polka e mazurka, ma anche cancan e cakewalk. Lehár mette a nudo una società borghese che provoca con desideri segreti e nasconde con grande senso umoristico gli abissi dietro la facciata. Questa operetta, in cui una donna sicura di sé tiene tutte le redini, viene messa in scena per la prima volta per le Vereinigte Bühnen Bozen dalla regista austriaca Susanne Lietzow. La direttrice d’orchestra greca Elisa Gogou seguirà musicalmente questo scherzo con il fuoco.