Quando due idee musicali si incontrano

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Mercoledì
27 novembre 2024

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Martedì 10 dicembre a Bolzano e mercoledì 11 dicembre a Trento la Stagione Sinfonica e d’Opera prosegue con un concerto che metterà in dialogo la composizione Cede pietati, dolor – Le anime di Medea di Silvia Colasanti con la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore “Romantica” di Anton Bruckner.
Abbiamo chiesto al Direttore Artistico, Giorgio Battistelli, di raccontarci perché ha scelto di accostare e così valorizzare queste due composizioni in un unico programma. Le sue parole precedono l’intervista a Silvia Colasanti: con lei abbiamo parlato della genesi di Cede pietati, ma anche di speranza per il futuro della musica…

Quello che si produce accostando Bruckner e Colasanti è una sotterranea linfa creativa che li lega e accomuna

Entrambi sono innamorati dello scorrrere continuo di un’opera dentro l’altra, come possibile risposta alle domande che emergono nell’atto concreto della scrittura. Rimandi letterari, filosofici, poetici, extramusicali: questi sono altri aspetti che caratterizzano sia il compositore sia la compositrice. Nella Quarta Sinfonia, la “Romantica”, riecheggia un senso di antico, una musica ombrosa, così come nel titolo scelto da Silvia Colasanti “Cede pietati, dolor – Le anime di Medea”. Questi due titoli ci suggeriscono un materiale in cerca di espressione all’interno della sfera del mistero.

Anton Bruckner produce idee musicali in dialettica dinamica, che si rincorrono e si sospingono, realizzate con masse orchestrali e densità timbriche cangianti.

Allo stesso modo, Colasanti fa emergere in noi un brusio di nuvole musicali con rifrazioni timbriche imprevedibili e portatrici di emozioni. La scrittura della compositrice ha l’energia per in-quietare, per eccitare un testo di una narrazione sottintesa e spingerla in diverse dimensioni significative di spessore espressivo.

In questo programma, i due autori ci comunicano una musica aggrappata disperatamente alla dimensione dell’incanto e della ridondanza del suono.

Giorgio Battistelli

Cede pietati, dolor – Le anime di Medea si ispira alla tragedia di Seneca. Al centro c’è una donna, il suo mondo interiore. Come è nato questo brano?

L’ho scritto nel 2007 su commissione di Aldo Bennici per l’Orchestra della Toscana: è nato perché nello stesso concerto doveva essere eseguita la Medea di Jiří Antonín Benda. Ho pensato di lavorare su un pezzo sinfonico senza voce che però, attraverso la musica, raccontasse la drammaturgia interiore di Medea. Mi sono così rifatta al testo di Seneca. Medea è la rappresentazione di ciò che accade di fronte alle grandi tempeste: la ragione naufraga, vacilla. La protagonista si divide fra il suo ruolo di moglie e quello di madre: da un lato c’è una donna che è indotta a vendicarsi atrocemente del marito infedele colpendolo in quello che lui ha di più caro, i suoi figli, dall’altro una madre, naturalmente portata a salvare le proprie creature. Come però recita l’ultima frase che dà il titolo alla composizione, Medea fa prevalere tutta la sua passione distruttiva, l’odio sulla pietas. 

L’opera verrà presentata in dialogo con la Quarta Sinfonia “romantica” di Anton Bruckner. Cosa ne pensa di questo accostamento?

Allargherei il discorso all’idea, molto valida, di accostare dei pezzi contemporanei a lavori di repertorio, in questo caso la Sinfonia “Romantica” di Bruckner: ho visto che tutta la programmazione è strutturata in questo modo. Trovo sia bellissimo perché ritengo che non si debba isolare la musica contemporanea dal contesto del repertorio. Questa soluzione permette al pubblico di conoscere dei nuovi lavori, ma serve anche a noi compositori per confrontarci non solo con esperti di musica contemporanea, ma con persone appassionate di musica, che sanno decodificare Bruckner o Beethoven, ma che sono anche predisposte ad accogliere e ascoltare altri repertori.

Il suo stile compositivo è cambiato nel tempo? Quali sono i progetti su cui sta lavorando?

Credo che lo stile compositivo cambi nel momento in cui quello che scriviamo rispecchia quello che siamo. In tutti noi c’è e ci dovrebbe essere una forma di evoluzione, di maggiore consapevolezza. Fa parte del lavoro che facciamo su noi stessi: si tratta di un lavoro interiore che credo necessariamente poi si rifletta nella musica che scriviamo. E sicuramente la mia scrittura è andata sempre più verso il teatro. Lo stesso brano che il pubblico di Bolzano e Trento potrà ascoltare è un lavoro sinfonico: racconta il mio desiderio di mettere il teatro in tutte le cose che faccio. Per me il teatro non è solo l’opera lirica: l’aspetto drammaturgico trova spazio, per quanto mi riguarda, anche nei lavori di musica “assoluta”.
Oggi ho terminato un’opera che è stata rappresentata all’Opera di Roma, L’ultimo viaggio di Sinbad, un testo tratto da Erri de Luca, e sto lavorando a un’opera per La Scala, Anna A, sul libretto di Paolo Nori. L’opera racconterà il rapporto tra arte e potere attraverso la vicenda esemplare di questa grande poetessa che è stata Anna Achmatova.

Il concerto cade in un periodo dell’anno particolare: il mese di dicembre…fra festeggiamenti, bilanci e riflessioni sull’anno che stiamo per lasciare. Che augurio si sente di fare al pubblico e magari anche alla musica?

Il mio augurio è che la musica possa entrare sempre di più nelle nostre vite. La speranza, inoltre è che all’arte tutta venga riconosciuto un ruolo centrale, anche dalla politica. 

Nuovo progetto (13)
Nuovo progetto (13)

La prima pagina di Cede pietati, dolor

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