È possibile scrivere del proprio suicidio? È quanto ha fatto lo scrittore giapponese Ryūnosuke Akutagawa nel suo “Memorandum per un vecchio amico” prima di togliersi la vita nel 1927. Con i suoi racconti, Akutagawa ha tra l’altro ispirato Akira Kurosawa per un classico del cinema quale “Rashomon”. “Siamo animali umani e pertanto, proprio come gli animali, temiamo la morte. La cosiddetta volontà di vivere non è altro che un modo diverso per definire l’istinto animale. Io sono tra gli animali umani, e notando la mia avversione per il cibo e per le donne non posso che constatare di aver perso a poco a poco il mio istinto animale. Vivo ormai in un mondo fatto di nervi malati, un mondo sottile come il ghiaccio” afferma l’autore. Sul suo “Memorandum” è basata l’opera di David Lang “note to a friend” del 2023, da cui tuttavia il libretto si distacca eliminando il riferimento biografico. Per il suo monologo accompagnato da quartetto d’archi, il compositore statunitense – tra i principali compositori contemporanei nonché vincitore del premio Pulitzer – s’immagina infatti un personaggio fittizio. L’“uomo morto” cerca pace e crede di averla trovata. Ma che ne è di noi, s’interroga David Lang: “Dobbiamo fidarci di lui e lasciarci sedurre dalla sua tranquillità? O piuttosto essere scioccati, nauseati o tristi? Lui non ha paura della morte, e noi?”